Corde, legno, chiodi, ferro: suono, rumore e silenzio nella Passione di Cristo

Corde, legno, chiodi, ferro: patrimonio iconografico dell’immagine da uno dei campanili delle valli bergamasche che lega e collega la tradizione del suono, del rumore e del silenzio alla Passione di Cristo.

Pasqua è per eccellenza la festa delle campane, il momento culminante della fede cristiana in cui il suono dei bronzi costituisce il risveglio dalla morte. La campana è segno di rottura rispetto all’oscurità, è suono o addirittura rumore che rompe il silenzio dell’oscurità, segna il passaggio e l’ingresso nella primavera. Dico questo perché le campane e i campanacci travalicano il concetto cristiano di resurrezione e nuova vita, o, per meglio dire, s’inseriscono nel concetto della vita contadina: ricordo a questo proposito la tradizione dello ‘scacciamarzo’ presente anche nel film ‘L’albero degli zoccoli’ di Ermanno Olmi, quando le pentole – come i campanacci – vengono fatte risuonare per allontanare gli spiriti maligni dell’inverno.

Il tempo pasquale viene introdotto con la Domenica delle Palme e il suono delle campane a festa, sia a distesa che a tastiera.

Nella Settimana Santa, il suono delle campane segue una procedura molto rigida: vengono suonate alla Messa in Coena Domini del Giovedì Santo fino al ‘Santo’; da quel momento le corde vengono legate (in alcuni luoghi anche fisicamente) e le campane tacciono; il Venerdì Santo, alle tre del pomeriggio, in occasione della Via Crucis, fuori dalle chiese venivano suonati – e talvolta vengono ancora suonati – le bàtole, i grì e i ringhècc, risuonatori popolari presenti in diverse regioni d’Italia per invitare le popolazione alla funzione religiosa in chiesa, non potendo usare il suono delle campane.

Il Sabato Santo (come si può vedere nel videole corde vengono slegate e suonate al ‘Gloria’, dopo le letture dell’Antico Testamento che annunciano la morte e risurrezione di Gesù Cristo. In molte chiese il suono del Gloria veniva accompagnato dal suono dei campanelli utilizzati all’elevazione. Gli anziani raccontano che si mettevano dietro l’altare, nell’abside, dove l’eco del suono era più forte: al ‘Gloria‘ suonavano campanelli e strumenti per la Messa del Venerdì Santo, accompagnati in molti casi dal suono delle conchiglie, che aggiungevano fragore alla gioia per la vittoria sulla morte. L’obiettivo era fare fragore per risvegliare dalla morte.

In tale circostanza le campane sono autorizzate a suonare in ore serali e superare i limiti orari consentiti dall’Agenzia Regionale per l’Ambiente, le cui direttive sulla limitazione del suono delle campane sono state applicate dalle diverse Curie locali.

Il suono pieno delle campane, con le due modalità della distesa e dell’allegrezza (o suono a tastiera), segue la Domenica di Pasqua e il Lunedì dell’Angelo (giorno chiamato a Bergamo come ‘La seconda di Pasqua’).

In queste occasioni vengono suonate tutte le campane del concerto, mentre in altri periodi dell’anno ne vengono suonate solo una parte (tale norma dipende però dall’uso locale di ogni singolo paese).

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