Allegrezze di San Giuliano. La tradizione campanaria del suono di allegrezza della Parrocchia di San Giuliano di Albino.
Allegrezze di San Giuliano è un volume dedicato alla tradizione campanaria del suono di allegrezza della Parrocchia di San Giuliano di Albino, uno dei maggiori centri di diffusione della tradizione del suono a tastiera delle valli bergamasche a partire dalla prima metà del XIX secolo, quando la locale Chiesa Parrocchiale si dotò di un concerto di nove campane – otto campane con settima minore – e a partire dalla quale ha costruito un importante repertorio tramandato oralmente, che viene oggi portato su pentagramma per fissare e divulgare uno dei tesori della oralità della terra bergamasca. L’idea di produrre un volume dedicato alla trascrizione integrale dei brani era in corso già da anni, quando grazie alle testimonianze di Lucio Piazzini e Giuseppe Signori, campanari storici di Albino, è stato possibile recuperare buona parte delle suonate che venivano tradizionalmente eseguite sul campanile nelle maggiori solennità. Andando più a fondo nell’analisi della memoria – grazie al contributo appassionato di Giuseppe Signori, erede della tradizione paterna, ricevuta e conservata da Mario Signori sin dal decennio anteriore alla Seconda Guerra Mondiale, è stato possibile ricostruire un quadro decisamente interessante, con circa 30 suonate d’allegrezza – vale a dire a tastiera – suddivise in brani storici tramandati oralmente dalla tradizione, e brani composti da Mario Signori nel corso della sua carriera musicale campanaria, quando affiancò il suono dei bronzi all’attività di sacrista. Lo spunto definitivo per procedere a una trascrizione sistematica dei brani è venuto grazie all’incontro col campanaro storico Alfonso Bosis, classe 1934, recente scoperta per la nostra associazione ma determinante per l’entusiasmo e la lucidità dei ricordi, che ci hanno consentito di ricostruire un contorno storico altrimenti destinato a smarrirsi nelle nebbie della memoria. Dunque, grazie ad Alfonso Bosis, che fu campanaro fino ai primi anni degli studi universitari, è stato possibile ricomporre le figure dei campanari più antichi a partire da informatori viventi, nati nella seconda metà dell’800 e che molto hanno dato alla tradizione locale.

I racconti di Alfonso Bosis si legano ai ricordi di Giuseppe Signori – che a propria volta riporta i ricordi del padre – e agli apporti di Ferruccio Zanetti, altro campanaro storico della parrocchia di San Giuliano di Albino. Il tutto completato dal già sacrista Antonio Gotti, che promosse l’estensione del concerto dalle 9 campane fuse nel Secondo Dopoguerra sino alle 17 campane attuali.
In un volume di 110 pagine, ricco d’illustrazioni a colori, si racconta la tradizione attraverso le testimonianze orali che riportano per iscritto quanto raccolto nel corso dei decenni. Tra il 2002 e il 2024 si è potuto condensare un ventaglio di composizioni che ripercorrono una storia plurisecolare.

Tradizionalmente Albino conosce due correnti musicali parallele e spesso contigue, vale a dire quella della Parrocchia di San Giuliano e quella del Santuario della Madonna della Gamba. Molti sono gli elementi comuni, accentuati dalla vicinanza geografica e dalle reciproche conoscenze tra suonatori locali. In questa sede, il nostro primo interesse è quello di rivalutare un patrimonio che rischiava di cadere nel dimenticatoio, con l’analisi dei passaggi melodici e armonici più interessanti e caratterizzanti lo stile musicale locale. L’estensione del concerto da 9 a 17 campane ha così permesso a buona parte del repertorio di Mario Signori – composto per 10 e 12 campane in occasione delle escursioni musicali a Zogno, Leffe e Palazzolo sull’Oglio – di poter tornare ad essere eseguito in occasione delle maggiori solennità. Il volume intende essere un omaggio a tutti i campanari storici di Albino e ai campanari che molto hanno dato tra il Ventesimo e Ventunesimo secolo, e aprire una prospettiva per tutti i giovani che vogliono avvicinarsi a questa tradizione che non ha conosciuto soluzione di continuità, oggi riconosciuta come Patrimonio Immateriale delle Regioni Alpine.
Per maggiori informazioni sul volume, contattare l’indirizzo info@campanaribergamaschi.net
