CD – ‘Omaggio al Maestro Gianandrea Gavazzeni’. CD virtuale on-line in memoria del volume ‘Le campane di Bergamo’.

Il CD virtuale Omaggio al Maestro Gianandrea Gavazzeni è stato realizzato in occasione del Sessantesimo della pubblicazione del volume Le campane di Bergamo, scritto dallo stesso maestro orobico ed edito per Oscar Mondadori nel 1963. Il ricco volume di scritti sull’esperienza orchestrale di uno dei maggiori direttori di musica sinfonica e operistica italiana, ospita una serie d’interessanti riflessioni sul significato del suono delle campane, in particolare delle campane della città di Bergamo, che il direttore ascoltò in Città Alta e Città Bassa dalla sua nascita, avvenuta nel 1909, sino alla scomparsa, occorsa nel 1996. Un ascolto attento, filtrato attraverso la sapiente mano e la penna di fine saggista, non solo abile nel movimento della bacchetta come direttore d’orchestra, ma pure come sensibile microscopio e macroscopio della dimensione del suono dei bronzi, profeticamente attento alla proiezione sul territorio. Sono proprio la musica dell’ambiente e il paesaggio sonoro due dei temi importanti dei suoi scritti, aspetti di estremo interesse che toccano direttamente la nostra associazione. Il progetto Paesaggio sonoro con campane, con cui il nostro ente ha visto riconosciuta la tradizione delle campane bergamasche come Patrimonio Immateriale delle Regioni Alpine della Lombardia, ha ritrovato in questi anni una parola emblematica negli scritti di Gianandrea Gavazzeni. Da qui l’idea di porgere omaggio al grande direttore in occasione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura attraverso il presente CD virtuale, costituito da una serie di tracce che alternano, a brani eseguiti in concerto presso la Chiesa di San Giacomo Apostolo in Bàresi, la lettura di alcuni dei passi più interessanti sulla riflessione del tema delle campane. Testi tratti dal volume citato e chiusi da un’ultima riflessione pubblicata nella raccolta uscita per Il Saggiatore nel 1974 e intitolata Non eseguire Beethoven e altri scritti, che sintetizza e racchiude in modo cristallino e inequivocabile le diffuse riflessioni sul tema citato. Un ruolo strategico in tutta questa riscoperta è stato giocato dal critico musicale Giorgio Gervasoni, torinese ma originario proprio del paese di Bàresi, frazione di Roncobello, e attivo nel corso della sua carriera presso il capoluogo piemontese che vide molte volte ospite il maestro Gianandrea Gavazzeni. Grazie a Giorgio Gervasoni abbiamo potuto accostarci a quest’importante opera letteraria del 1963 e cogliere spunti di radicale rilevanza per disegnare un’ampia prospettiva sul ruolo delle campane, strumento da leggere, rileggere, ascoltare e riascoltare nel contesto passato, attuale e futuro. I brani sono stati eseguiti il 22 luglio 2023 dagli allievi delle scuole della Federazione Campanari Bergamaschi nel quadro della collaborazione con l’Associazione Maurizio Gervasoni, dedita alla conservazione e alla rivalutazione del patrimonio del seicentesco Mulino di Bàresi.

Un sincero ringraziamento al critico Giorgio Gervasoni per aver suggerito nel 2021 l’illuminante lettura del volume Le campane di Bergamo, da cui abbiamo potuto trarre i molteplici spunti che incarnano la presente opera.

Buon ascolto e buona lettura dei frammenti letti all’interno dell’opera che qui riportiamo.

Gianandrea Gavazzeni alla direzione. Immagine autografata. Archivio Giorgio Gervasoni.
01. Suite bergamasca
02. Inno di San Giovanni Bianco

Bergamo, 9 giugno 1959

Dopo quattro mesi senza scrivere nulla, il primo impulso lo dà un momento del paesaggio, nell’imminenza temporalesca. Le tegole dei tetti, nella discesa bergamasca verso la pianura, che sembrano incresparsi e rabbrividire alle folate. Gli alberi di un giardino nobiliare, dapprima mossi solennemente, poi disperati nel contorcimento. D’improvviso campane e campanelle di tutte le chiese e i conventi di Bergamo, che si rincorrono, impazzite. Le più lontane, dai paesi verso la grande Lombardia, con gravità festosa. Nella temperie minacciante, il concerto ha tono festevole; innesta nel rumorio della bufera una confidenza amichevole e rassicurante. Proprio stamane m’aveva destato emozione un attacco di Mario Soldati, << Le campane di Zurigo>>, bellissimo. Le campane di Bergamo, le mie, come suono propizio.

03.Bergamo, 9 giugno 1959.
Gianandrea Gavazzeni alla direzione. Archivio Giorgio Gervasoni.
04. Monferrina del ‘murì’, al secolo Pietro Ferrari (1881-1959) di Zogno.
05. Marcia di Poscante. Dal repertorio dei campanari Bianco e Bortolo Pellegrini.

Bergamo, 1 agosto 1959

Nuovo effetto acustico, che danno le campane bergamasche quassù, dopo averle ascoltate fin dal tempo delle prime impressioni auditive, stando nella città bassa. Fuggiti in alto per il furore rumoristico imperversante, si odono con valori fonici tutti diversi. Riconosco i campanili, nella singolarità timbrica sempre conosciuta; ma ne è rovesciata la prospettiva sonora. Da qui i nuovi <<coloriti>>, che inargentano rintocchi ben noti. Con la sorpresa emozionante di cose domestiche, che si rivelino d’improvviso dissuete. Inseguendo il silenzio, ci si imbatte, però, nella prima sorpresa ostile: un apparecchio televisivo posto sulla terrazza del <<caffè della funicolare>>, a tutta altezza sonora, col rintrono dei nuovi barbarismi nella vecchiezza urbanistica di Bergamo Alta.

06.Bergamo, 1 agosto 1959.
Immagine giovanile autografata di Gianandrea Gavazzeni. Archivio Giorgio Gervasoni.

07. Mazurca dell’Angelì. Brano appreso da Angelo Chiesa di Romacolo, suonatore di mandolino.
08. Valzer di Albino. Rielaborazione del brano per fisarmonica Luci e ombre del 1950 di Paolo Pizzigoni.

19 giugno 1961

Fu ieri nel primo pomeriggio domenicale: dopo un anno dissipato in teatro, il battito dell’anima riattinse alle campane bergamasche. Nel loro suono è il risveglio di luce, la rottura d’una sordità durata troppo a lungo. Suoni diversi dai mattutini, dai vesperali. La percezione delle differenze muove il risveglio, istigandolo. Sul primo spunto, sulla prima fenditura, prende timbro la ricerca. Le stesse campane, nel tramutar della luce e dell’ora. L’unirsi tra acustica e tempo, tra acustica e colore dell’ora che passa. Ciò che vibrava argentino qualche ora prima, adesso si arrotonda, immerso nel sole. E un altro filtro ancora, a far nell’anima risonanti i rintocchi: l’assottigliarsi del suono meridiano attraverso le persiane accostate.

09.Bergamo, 19 giugno 1961.
Gianandrea Gavazzeni al pianoforte. Archivio Giorgio Gervasoni.
10. Scòtish di Albino. Brano appartenente al repertorio della Parrocchia di San Giuliano.

11. Marcetta di Leffe. Brano del repertorio della famiglia dei ‘Bernardì’, sacristi e campanari dal 1796 al 1946.

Verona, luglio 1960

Come in un filtro acustico, ascolto la diversità delle campane tra Bergamo e Verona. Sant’Anastasia, San Giorgio, il Duomo, altre chiese. Suoni antichi; manca la risonanza paesana dei campanili bergamaschi. Una dolcezza bronzea diffusa, e timbri larghi che s’accordano al rosso di Verona. Mentre imparo le distanze, cresce la sensazione musicale e la religiosità romanica. La mescolanza gotica, nel disegno spirituale che viene delineandosi, diventa più acuta. Eppure anche il sentimento è diverso da quando lo scuotono le campane bergamasche. La radice nativa è troppo tenace perché i timbri campanari possano confondersi. Nel cuore perdura la distinzione acustica.

12.Verona, luglio 1960.
Gianandrea Gavazzeni con la soprano Renata Scotto. Immagine autografata. Archivio Giorgio Gervasoni.
13. Suonata n.20 del Quaderno Nodari di Gandino. Polca del campanaro Quirino Picinali (1880-1962) detto ‘Manòt’.
14. Versione strumentale del canto tradizionale Noter de Berghem.

Verona, luglio 1961

Misuro ancora le distanze acustiche delle campane veronesi. misurazioni con l’orecchio e con l’animo. Cercando come colmare le pause tra i gruppi di suoni. I lunghi silenzi; quando fino all’indomani non ne rintoccheranno altre. Danno la distanza, con i suoni variamente lontani che stirano lo spazio; la distanza verso le campagne: un certo timbro chiaro, medio acuto, ha forse la sua fonte fonica verso la bassa fluviale, le strade tra i fiumi Adige e Mincio, che portano agli incanti mantovani; altri aizzano il senso ottico ai fondi paesaggistici di Liberale, la morbida rusticità delle valli; i tocchi più fondi danno il presentimento lagunare. Ora, le lontanissime hanno la rosea tenerezza della sera veneta.

15.Verona, luglio 1961.
Gianandrea Gavazzeni con Nandi Ostali, titolare della casa editrice musicale Sonzogno di Milano.

16. Versione strumentale del canto popolare Maslana.
17. Canzone di Pasqua, brano del repertorio delle scuole campanarie composto da Luca Fiocchi.

28 novembre ’65

È la domenica luminosa di un novembre bergamasco, con tutta la Lombardia stirata, a picco, sotto alle impervietà di Bergamo Alta, sino all’Appennino dell’Emilia, nitidamente ottico, per linea diretta: è la domenica a ridestare il senso campanario, con timbri alterni, profondi e argentini; senza poterne più scrivere nulla, anche se il cuore ne tragga la stessa intensità di sempre, dalla prima coscienza acustica sino ad oggi; senza dirne più nulla, per il titolo posto in testa a un libro: “Le campane di Bergamo” (fu Vittorio Sereni a inventarlo…), onde non insistere sui temi insistiti. Eppure il tema non finisce, non conclude. Perché le campane sono la nostra voce migliore, la più vera, ricca di voci. La voce che sta al nostro principio e alla nostra fine; quella che ha legato, fonicamente, il paesaggio, le cose, le figure, gli oggetti. La ”perspectiva” sta nelle campane. Tutto il nostro sciagurato tumulto si placa e si lega nei loro suoni. Ma ciò che ne ho scritto – e quell’intitolazione – chiude per sempre, per me, ogni altra scrittura.

18.28 novembre 1965.
Ascolta il CD completo. One-track CD version. Sopra: accesso tramite SoundCloud. Sotto tramite la piattaforma.

Le scuole della Federazione Campanari Bergamaschi a fine concerto a Bàresi.




Da sinistra: Luca Fiocchi e Giorgio Gervasoni

Produzione artistica

Hanno suonato nel concerto di Bàresi nel quadro del progetto di collaborazione Federazione Campanari Bergamaschi – Associazione Maurizio Gervasoni per Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 e per la Solennità di San Giacomo Apostolo, Patrono di Bàresi:

Campanine basse: Federico Berera, Davide Bettoni, Emanuele Grazioli, Sebastian Losa.
Campanine centrali: Francesco Begnis, Irene Dalmaggioni, Chiara Milesi, Gabriele Zuccala.
Campanine di vetro: Giacomo Siboldi.
Fisarmonica: Manuel Cortinovis.
Chitarra classica: Luca Fiocchi.

Registrazione ed editing: Luca Fiocchi. Materiale fotografico dall’archivio di Giorgio Gervasoni. Fotografie di fine concerto di Dominga De Ocampo. Letture dei brani di Gianandrea Gavazzeni a cura di Luca Fiocchi. Un vivo ringraziamento all’Associazione Maurizio Gervasoni e alla Parrocchia di Bàresi per la ventennale collaborazione. Bàresi (frazione di Roncobello), 22 luglio 2023.

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