Triduo dei Morti 2023: la tradizione campanaria di Rovetta

La tradizione del suono per il Triduo dei Morti segue modalità diverse a seconda dei luoghi. All’interno del patrimonio campanario che viene tramandato dai suonatori della Federazione Campanari Bergamaschi, si possono distinguere le forme più semplici, costituite dai suoni dei singoli bronzi, sino a vere e proprie sequenze costituite in forma complessa con intervalli insoliti, cui si alternano suoni a scala. Rovetta è uno degli esempi interessanti dove da sempre si è suonato secondo un criterio antico tramandato dagli anziani e che più recentemente è stato integrato anche da forme derivate dalla tradizione di Gandino, che dalla fine del Settecento coltiva questo particolare suono funebre in occasione del Triduo.

Immagine dell’altare di Rovetta

L’intervista al nostro associato Diego Palazzi diviene racconto di una tradizione mai morta, inframezzata da modalità importate dall’esterno. Nell’intervista si racconta come la tradizione di Rovetta abbia avuto uno sviluppo con l’integrazione Gandinese e di altre aree della Valle Seriana, portate dall’associato e vicepresidente Nicola Persico, nembrese erede della tradizione storica locale. I silenzi tra una scala e l’altra motivano la pausa della meditazione in memoria dei defunti, concretizzandosi nel paesaggio il concetto il concetto di suono/silenzio. All’interno dell’articolo riportiamo interamente la sequenza che è stata eseguita in occasione della solennità il 13 febbraio 2023.

Non tutte le scale hanno botto perfetto, non tutto riesce in maniera matematica, ma grande è la testimonianza che viene offerta, proprio per la storicità del Triduo, che vede protagonisti il suono delle campane, l’apparato con la grande raggiera, chiamata in dialetto ràgia, e, tratto fondamentale, la partecipazione dei fedeli ai riti dei tre giorni che caratterizzano uno dei momenti forti del periodo quaresimale. Buon ascolto a tutti. 

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