Cronache campanarie: suoni a concerto in omaggio a Sant’Alessandro

Sentire e ascoltare le campane, sentire e ascoltare chi e ciò che è attorno a noi: è questo il tema essenziale che emerge dalla proiezione dei bronzi sul paesaggio sonoro urbano. Dalle singole note al raccogliersi festoso delle campane con molteplici messaggi da cogliere e interpretare. Piazza Vecchia costellata da volti di diverse generazioni con lo sguardo rivolto verso l’alto, intento a catturare il racconto di ciascun campanile, con timbriche e tonalità diverse, con epoche e riflessioni differenti a partire dagli angoli d’ascolto.

Presentiamo le riflessione di Michele Maconi, nostro associato e consigliere, sul valore del sentire e dell’ascoltare, e sulla sensibilità che l’essere umano porge verso il suono:

Senza ombra di dubbio, il concerto di campane per la festa di Sant’Alessandro è qualcosa che ha una grande presa, soprattutto sui campanari, e il fatto di sentirsi ripresi, il fatto che si sia ascoltati più del solito, porta a impegnarsi ancora di più perché si è sotto gli occhi di tutti, sotto i riflettori, nelle orecchie delle persone che ascoltano. Il fatto di ascoltare è una cosa che si è vista fin dal mattino in Piazza Vecchia. Le persone hanno subito notato che c’era una grande massa di campanari, tutti con la divisa, che si preparavano al concerto di campane. Tutti hanno colto questo momento quando le campane della Torre Civica sono partite e hanno dato il via al concerto di campane. Tutti erano con il naso all’insù in Piazza Vecchia: turisti frequentatori abituali di Città Alta… chiunque è rimasto stupito o comunque non indifferente di fronte al suono delle campane, perché comunque il suono delle campane della Torre Civica è un suono che di per sé è imponente e non resta inascoltato o passa inosservato; è qualcosa che tu senti proprio per la loro imponenza, proprio da un punto di vista acustico; ma è anche una cosa che coinvolge tutto il resto, cioè le persone vedono e si accorgono.

Poi smette la Torre Civica, parte un altro campanile, ne parte un altro ancora: è, diciamo, un dilagare di questo suono che alle 10:00 inizia proprio in Piazza Vecchia e che poi gira per tutta la città, fino quando alle 12:00 non riprende di nuovo in un suono corale. Dalle 10:00 in avanti si gustano i singoli campanili, diversamente dalle 12:00, dove tutti i campanili suonano. Allora si gusta proprio quel suono corale, quel sentire tutte le campane insieme che suonano. Allora la differenza sta proprio nel fatto che si fa meno caso all’esecuzione singola di ciascun campanile, e si va più a sentire che impatto hanno sul paesaggio sonoro. Se da un momento all’altro c’era silenzio e si sentivano solo il brusio delle voci delle persone lungo la Corsarola, in un attimo tutto questo viene dominato dal suono delle campane che divampa e che riempie tutto, tutti gli spazi vuoti. Riempie quel silenzio, che poi non è un silenzio ma è un costante rumore cittadino.

Il suono delle campane non è solo qualcosa di dolce, qualcosa di bello che aiuta le orecchie, ma ha anche un ruolo affettivo; ricordiamoci sempre che il campanile a volte è depositario di tanti ricordi del nostro passato e il suono delle campane spesso ci fa ricordare eventi felici della nostra vita e ci aiuta a pensare e ci aiuta anche a navigare un po’ più dentro di noi: si è reso più palese rispetto che in altri momenti dell’anno; spesso il suono delle campane viene passato come qualcosa in secondo piano, cioè si sente la campana che si suona ma non si ascolta. Infatti, c’è una differenza molto importante tra il sentire e l’ascoltare: l’ascoltare è qualcosa di rivolto su questa cosa; il sentire è un qualcosa che si fa in maniera spassionata, un non comprendere a fondo il significato di quello che si sta sentendo, anche perché a volte, molto spesso, le campane hanno proprio questa loro natura di essere un suono, veicolare un segnale un messaggio che va al di là del suono della campana in sé.

Sant’Alessandro è un modo per focalizzarsi sempre sull’ascolto; aggiungerei anche che è una cosa molto interessante. Un aspetto molto positivo secondo me è il ruolo che hanno questi bambini all’interno della Federazione e che portano la loro passione per suonare le campane. I bambini sono molto malleabili e sotto questo punto di vista imparano subito, sono molto svelti e hanno questa particolarità di riuscire anche ad apprendere con più facilità degli adulti. Terrei a citare Maria Montessori, che diceva: “I bambini hanno una mente assorbente, ovvero i bambini riescono sempre a comprendere le cose con estrema facilità in virtù della loro sensibilità e del loro essere attenti a certe cose. A volte il mondo degli adulti è così frenetico e veloce che certe cose passano inosservate; i bambini invece se ne accorgono di più e questo è per esempio lampante col suono delle campane. Tutto si ricollega al discorso che facevo prima, cioè la differenza tra il sentire e l’ascoltare, perché i bambini sanno ascoltare di più a volte rispetto a un adulto, che sa solo a volte sentire.

Lo speciale di Bergamo TV cerca di catturare l’emozione di una mattinata diversa dal solito, dove alla parola si sostituisce il suono, un suono plurisecolare che si proietta nello spazio, riempiendo ogni angolo della città.

Clicca qui sotto per accedere allo speciale. Un sincero ringraziamento a Bergamo TV, Micaela Carrara, Beppe Burini e a chi ha contribuito alla produzione del filmato:

https://bergamotv.it/bgtv/speciali/speciale-campane-s-alessandro-11/SI_115914/

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