Ricordo di Lorenzo Anesa a cinque anni dalla scomparsa

Ricorrono in questi giorni i cinque anni dalla scomparsa del campanaro Lorenzo Anesa, morto nella notte tra il 25 e il 26 settembre 2016. Come sempre il tempo vola e i ricordi si sovrappongono a molti eventi che viviamo nel quotidiano: in particolare l’epidemia del Covid, che ha stravolto profondamente le nostre vite. Ma chi ha donato se stesso alla tradizione resta sempre un punto di riferimento per chi alla tradizione vuole attenersi per non perdere le radici della propria esistenza. Lorenzo Anesa ha lasciato un’immensa eredità musicale portando il patrimonio più ricco che la bergamasca possa vantare, quello di Gandino, partecipando a moltissime delle iniziative musicali proposte dalla Federazione Campanari Bergamaschi. Grazie alla sua arte musicale, alla sua inventiva e al suo estro nella costruzione delle campanine, abbiamo potuto attingere a un patrimonio sterminato, probabilmente il più antico che la terra orobica possa ricordare, che si è prolungato sino ai nostri giorni attraverso la tradizione dei fratelli Castelli, ultimi eredi del passato settecentesco e ottocentesco della genia dei campanari più antichi.

A tutti loro va un grande grazie per quanto hanno dato e per la memoria che hanno potuto conservare: in questo Lorenzo Anesa ha giocato un ruolo centrale, in quanto ha svelato ai più giovani l’arte del suono antico e la possibilità di codificare e ricodificare melodie che parevano non avere attinenza diretta con la musica del presente, soprattutto pensando alla grande quantità di melodie ballabili che hanno incarnato il repertorio della seconda metà dell’Ottocento e di tutto il Ventesimo secolo. Cinque anni sono passati, ma in questi cinque anni si è fatto moltissimo, tant’è vero che oggi una parte dei nostri ragazzi sa eseguire con buon livello artistico alcune delle suonate più complesse di Gandino. Non si tratta in questo caso di rubare le suonate, ma piuttosto di divulgare un patrimonio che è pura arte musicale, tramandata nel silenzio e spesso nell’anonimato da suonatori che dedicavano molta parte del loro tempo al suono delle campane, con grandi sacrifici e mettendo molta passione, in diversi casi sino allo stremo delle proprie forze.

Questo è stato il caso di Lorenzo Anesa, che ha suonato fino a qualche mese prima di scomparire precocemente. L’ultimo nostro incontro è stato il 13 agosto 13 agosto 2016 a Gazzaniga con i nostri campanari in servizio per la festa di San Ippolito. Da lì è seguito un rapido declino che ha presagito a questa grave scomparsa. Lorenzo oggi ci guarda dall’alto insieme ai grandi campanari della storia e dobbiamo ancora una volta dire grazie per quanto ci ha insegnato nelle belle riunioni con i campanari della Valle Gandino e nei nostri moltissimi concerti di campane nei campanili, a partire dagli anni ‘80 sino agli ultimi mesi del 2016. Rimarrà inalterata nella nostra memoria la sua parola silenziosa ma ricca di significato, che sapeva mettere nelle mani una straordinaria energia ed espressività, oggi modello per tutti coloro che vogliono avvicinarsi all’arte più antiche più nobile del suono dell’allegrezza e della distesa.

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