Suoni d’archivio: le campane storiche del 1811 di Romano di Lombardia

Tra i suoni d’archivio di maggior interesse a noi giunti sino ad oggi, spicca senza dubbio la registrazione effettuata nel 1942 delle campane storiche della parrocchia di Santa Maria Assunta e San Giacomo Apostolo di Romano di Lombardia, nel cuore della pianura bergamasca. La registrazione ha valore di enorme importanza per il patrimonio delle campane in quanto si tratta di una delle poche testimonianze di registrazione di campane effettuata durante il periodo in bellico, in situazione di estrema difficoltà, di fronte a una penuria economica di notevole gravità. Il parroco di allora, Monsignor Matteo Alberti, non potendosi opporre al decreto di Mussolini che requisiva i maggiori bronzi da tutte le chiese italiane per fondere cannoni da guerra, pensò di registrare il suono delle campane fuse da Crespi nel 1811, campane che si erano sino ad allora conservate in modo pressoché integro.

Il concerto, fuso nel 1811 su decisione della Fabbriceria dopo l’esame comparato di preventivi di Crespi e Monzini, venne commissionato nella misura di dieci bronzi, passando così dalle cinque campane del 1700 a dieci campane in scala. La fabbriceria del tempo desiderava che il concerto fosse squillante come quello di Cologno al Serio e fosse da riferimento per i viandanti che d’inverno, trovandosi lungo i sentieri e potendosi smarrire a causa della nebbia dell’oscurità, potessero trovare conforto e orientamento nelle campane. Queste sono le notizie che si desumono dal ricco archivio della Parrocchia di Romano di Lombardia, riordinato per volere del parroco Monsignor Tarcisio Tironi, Presidente del Museo d’Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia. Dalla ricca documentazione rinvenuta risulta come la Fabbriceria si fosse preoccupata di redigere un prospetto sinottico dei due preventivi di fusione di Crespi e Monzini, confrontando tipologia di lavoro e spese, ponendo, a latere, le proprie osservazioni da inviare alle rispettive dotte concorrenti per il lavoro. Tale dato, che deve far profondamente riflettere le attuali parrocchie sulle scelte talvolta superficiali e frettolose nei lavori di restauro o rifusione delle campane, ha permesso di comprendere quale meticolosità venisse posta nell’Ottocento in tema di lavori sulle campane: lo scempio operato dal governo Mussolini ha costituito un crollo nella qualità dei lavori in campo campanario, con massicce fusioni post-belliche realizzate con materiale povero.

Il maggiore merito di Monsignor Tarcisio Tironi, promotore del restauro dell’attuale concerto di dodici campane di Romano di Lombardia, sta nell’avere riportato alla luce i dischi su cui erano state incise le storiche campane di Romano. Grazie a lavori di pulizia professionale dei microsolchi, è stato possibile ricostruire il suono, che qui offriamo agli appassionati, delle campane del 1811. I dischi includono molte tracce: un ‘Concertino di Crema’, diversi suoni a scala e segni a morto, distese per cinque e dieci campane. L’antico concerto di Romano, nato nel 1811 con telaio in legno, era collocato come oggi sulle due torri della parrocchiale. Ascoltando il racconto degli anziani, si suonava a distesa dalle due celle campanarie, lasciando le campane a vista. Per l’allegrezza, esisteva una tastiera su uno dei campanili, che collegava mediante tiranti le dieci campane. Nel 1855 il telaio in legno venne sostituito da una struttura in ghisa, maggiormente resistente all’usura e meno onerosa nella manutenzione. Nel 1877 vengono messi i ceppi in ghisa; nel 1899 vengono inserite sui battenti le cordine di sicurezza. Nel 1900 si rompe la seconda campana, poi rifusa, e vengono eseguiti diversi lavori di manutenzione, sino al 1942, anno della requisizione bellica.

Cinque anni fa, domenica 5 febbraio 2006, sulla piazza principale di Romano vengono benedette le nuove campane e offerto all’ascolto la registrazione delle campane storiche del 1811, unitamente al discorso dell’allora parroco Monsignor Alberti, che volle salvare il suono delle campane immaginando quali penurie avrebbe attraversato la parrocchia prima di vedere un nuovo concerto.

A seguire alleghiamo il seguente materiale:

Tracce sonore delle campane del 1811 (suono di mediocre qualità e fluttuazione della nota per l’antichità del materiale e l’usura esercitata dalla muffa presente sui dischi): nella prima traccia si ascolta una sequenza di scale diritte con distesa finale; nella seconda abbiamo scale con le cinque campane grosse e distesa finale.

Il discorso scritto di Monsignor Alberti prima della spoliazione delle campane.

L’articolo dell’Eco di Bergamo del 7 febbraio 2006 relativo all’inaugurazione dell’attuale concerto ampliato e restaurato.

Bollettino pubblicato dalla parrocchia di Romano relativamente alle vecchie e alle nuove campane della parrocchiale.

La parrocchia di Romano di Lombardia annovera attualmente un concerto di 12 campane, otto delle quali fuse da Ottolina nel 1950 (inaugurate il 27 agosto 1950)  e quattro da Allanconi di Bolzone di Ripalta Cremasca nel 2006. Su uno dei due campanili è stata posta la tastiera manuale che permette il collegamento con sei delle dodici campane.

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