Campane di pianura: Intervista al campanaro di Boltiere Giancarlo Durelli

Il mondo della musica tradizionale si è creduto sempre appannaggio di esecutori e compositori amatoriali, spesso formatisi in maniera autonoma e irregolare, che hanno raggiunto un buon dominio dello strumento più in virtù delle doti personali che grazie a una formazione severa. Abbiamo tuttavia interessanti esempi di professionisti dello strumento che hanno dedicato buona parte della gioventù al suono delle campane e che tale suono hanno conservato in forma fresca e inalterata anche nell’età adulta. È il caso del campanaro di Boltiere Giancarlo Durelli, clarinettista diplomato, protagonista di molteplici esperienze musicali in formazioni musicali bergamasche e attualmente docente presso le Scuole Medie, nonché instancabile guida di formazioni musicali giovanili, protagoniste di successo in concorsi nazionali.

Abbiamo incontrato Giancarlo Durelli sul campanile di Verdellino in occasione della locale festa patronale. Agile e vivace suonatore d’allegrezza, Durelli porta la tradizione del suono delle campane di Bottanuco e di Boltiere, confermando la vivacità dei suoni di confine che il nostro campanaro richiama contea definizione storica di ‘fossa bergamasca’. Giancarlo Durelli ricorda di avere imparato dal campanaro di Bottanuco detto Ol Madóna, suonatori di percussioni nella banda di Boltiere e direttore per molti del gruppo musicale dei Sifoi di Bottanuco. Il repertorio del Madóna era basato su suonate per otto campane proveniente da canzoni degli anni 1930-40, marce per banda e altre composizioni di matrice eterogenea. Una delle suonate più famose del suo repertorio veniva eseguita da due campanari, non a quattro mani bensì con un campanaro alla tastiera e l’altro alla corda del campanone per battere con il batacchio in movimento il tempo del basso. L’unica suonata di Boltiere venne appresa da Giancarlo Durelli dal campanaro detto Moro – appartenente al casato della madre di Durelli, detta dei ‘murì’ – che successivamente emigrò in Belgio.

Nel 1992 le campane di Boltiere vennero automatizzate con la solita nefasta decisione di eliminare corde e tastiera. In questo modo si mandava in soffitta un altro patrimonio locale, che ha potuto tuttavia conservarsi grazie alla memoria e all’esercizio sullo strumento di un professionista. In questo frangente mi pare illuminante citare il caso di un insegnante di mestiere che si dedichi con entusiasmo al suono delle campane, dato che conferma in misura ancor più ampia la trasversalità dell’area d’interesse che abbraccia semplici suonatori ad orecchio e direttori di gruppi musicali.

Alleghiamo qui uno spezzone dell’intervista effettuata sul campanile il 9 settembre 2013.

 

Curriculum del clarinettista Giancarlo Durelli

Ha iniziato a suonare il clarinetto nei corsi della banda di Boltiere con il M° Dino Cavalieri proseguendo poi gli studi presso l’Istituto Musicale “G. Donizetti” di Bergamo dove si è diplomato nel 1979 sotto la guida del M° Giuseppe Tassis. Nel 1978 vince l’audizione come primo clarinetto basso presso la Civica Banda di Milano ed inizia l’insegnamento di Clarinetto e Saxofono nei corsi di orientamento musicale presso diversi Corpi Musicali Bandistici: Boltiere, Trezzo s/Adda, S. Paolo d’Argon, Vaprio, Bagnatica, Arcene. Ha suonato in diverse formazioni cameristiche “ Gruppo Musica Aperta”, “Trio Ansamble”, “Ottetto di Boltiere” tenendo concerti nei circuiti bibliotecari della regione Lombardia. Dal 1980 al 1982 ha suonato nella Civica Filarmonica di Lugano. Dal 1982 al 1989 ha svolto l’attività artistica di direttore dei corsi musicali e del Corpo musicale Cittadino di Trezzo sull’Adda e dal 1989 al 1991 come direttore musicale del Civico Corpo Musicale di Vimercate. Dal 1980 è insegnante di Ed. Musicale nella Scuola Media Statale di Ciserano ed ha svolto attività didattica nei progetti musicali nelle Scuole Elementari di Bergamo “Istituto del Sacro Cuore”, Trezzo sull’Adda, Boltiere, Ciserano. Nel febbraio 2006 supera l’audizione di clarinetto presso l’Orchestra Amatoriale “la Verdi per tutti” di Milano.

 

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