Cronache campanarie: Torre del Pégol e Torre Civica in concerto per il ricordo dei defunti
Intensa ed emozionante giornata campanaria quella del 2 novembre 2023 dedicata alla memoria dei defunti. In collaborazione con i comuni di Bergamo e di Brescia, per la prima volta è stato possibile suonare contemporaneamente, alle ore 12:00, le campane della Torre Civica di Bergamo e le campane della Torre del Pegol o Torre del Popolo di Brescia. Il suono delle campane della memoria nella piovosa giornata del 2 novembre ha assunto tinte e significati da rivisitare e riscoprire ad ogni rintocco che ha caratterizzato la giornata. Accanto al suono delle campane della Torre Civica di Bergamo – che già da anni sono divenute amiche del popolo bergamasco e dei turisti per il caratteristico suono del 25 agosto in occasione del concerto cittadino di Sant’Alessandro – va sottolineata l’assoluta novità del suono delle campane della torre bresciana. Il tratto peculiare sta nel fatto di avere suonato manualmente bronzi risalenti al XVIII secolo e che non venivano più suonati manualmente, presumibilmente dalla metà del XX secolo, epoca probabilmente corrispondente all’automazione dei tre bronzi. La Federazione Campanari Bergamaschi, che da anni promuove anche sul territorio bresciano, cugino di quello bergamasco, la riscoperta del suono delle campane, ha proposto al Comune di Brescia e ha ottenuto la possibilità di poter riagganciare le corde alle campane della Torre del Pegol e poterle suonare a mano, con una diffusione territoriale completa grazie alla diretta streaming effettuata sul canale YouTube dell’associazione.
Salire sulla Torre del Pegol e osservare il panorama del cuore di Brescia da cui doveva scaturire il suono della memoria attraverso le sue campane, è stato sinceramente commovente. Massimo Ziliani, nostro associato e collaboratore per la terra della Leonessa nelle missioni campanarie bergamasche, ha iniziato a mezzogiorno con la campana minore – fusa nel 1704 da Salvatore Raineri – eseguendo la tipica Ave Maria con i quindici colpi che corrispondono ai quindici misteri del Rosario. 3, 5 e 7 colpi hanno scandito l’inizio, ad attribuire il significato religioso dell’evento. Da questo primo gesto si è passati poi al suono della campana maggiore, maestosa, potente e profonda nel suo percuotere e nella diffusione del suo timbro, avvolgente e coinvolgente. Nelle mani di Massimo Ziliani si sono perpetuati tutti i campanari che dal XVIII secolo sino alla metà del XX secolo sono saliti pazientemente e con enorme fatica per muovere un manufatto straordinariamente interessante, frutto della collaborazione di due fonditori – Gaetano Soletti e Innocenzo Maggi – che nel 1794 operarono per produrre una campana di primissimo ordine.
Ascoltando la qualità e la potenza della forza di diffusione del suono, ci si accorge della grande maestria di cui erano capaci i fonditori antichi, ignari di qualsiasi supporto digitale ma coscienti, nel loro profondo, delle tecniche e del valore dello strumento che andavano a costruire. La prova ne è stata ieri, cogliendo molto chiaramente come tra il suono elettrico e il suono manuale ci sia una differenza incomparabile, proprio perché l’uomo imprime lo sforzo, la fatica e la missione che la campana stessa racchiude.
La visione del filmato che abbiamo realizzato esprime ben più eloquentemente delle nostre parole quanto porta la campana in sé come strumento musicale, come mezzo di comunicazione e come manufatto artistico.
Il concerto è stato completato dall’azione della terza campana – fusa da Giuseppe Soletti nel 1768 – con un evidente suono a salto, ben diverso da quello che siamo abituati ad ascoltare oggi sui campanili più recenti, con campane disposte in scala diatonica.
Il Giornale di Brescia e Brescia Oggi hanno dato risalto all’evento con filmati che hanno impresso in modo indelebile l’intensità del momento comunitario. Le riprese dei nostri volontari hanno dato ragione dello sforzo compiuto in questi mesi dalla Fondazione Civiltà Bresciana insieme alla nostra associazione per ottenere tale risultato.
Accanto a questo, Il Giornale di Brescia e L’Eco di Bergamo hanno realizzato un filmato in cui sono andati ad alternare le riprese delle due torri, segno evidente di come sia stata colta l’importanza di questo messaggio trasversale. Si tratta del dato più confortante, che fa capire come vi sia una profonda connessione tra le due terre di Brescia di Bergamo, sia dal punto di vista culturale, che artistico e musicale. Le campane della Torre Civica di Bergamo, con le sue campane azionate automaticamente, hanno a loro volta dato prova della potenza emotiva che sono in grado di suscitare, come testimoniato dai numerosi commenti in rete.
Potremmo dire che, mai come in questa occasione, la funzione dei media digitali è apparsa strategica e fondamentale per dare voce a un suono spesso udito e tuttavia mai ascoltato, dietro al quale si cela un mondo ancora tutto da scoprire, criptico ma aperto nelle sue modalità espressive. Nei dieci minuti di suono offerti si sono raccolti secoli di memoria, fatica e testimonianza che continuano ancora oggi.
Grazie a Massimo Ziliani e a Matteo Padovani, maestro campanaro veronese che ha collaborato per l’evento bresciano con una grande capacità di squadra e competenza indiscussa. Un grande ringraziamento va rivolto soprattutto alla dottoressa Clotilde Castelli del consiglio di amministrazione della Fondazione Civiltà Bresciana per avere proposto e riproposto al Comune di Brescia il progetto del suono manuale delle campane della Torre del Pegol. Grazie al suo entusiasmo, nel corso del 2023 è stato possibile portare il castello mobile in città e promuovere molte iniziative, tra cui la realizzazione di questo piccolo sogno, gemellare le due torri nelle città cugine con le antiche campane.
Rimandiamo alla visione dei video a completamento del nostro articolo, ringraziando tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo indimenticabile momento di storia che ci attraversa e che percorriamo con l’intensità della coscienza dello scorrere degli eventi e del dare significato agli eventi stessi.