Musica da Casa: le tastiere tubolari di Vall’Alta di Albino

Campanari e strumenti domestici per lavorare il suono delle campane. Nell’era del lockdown la musica da casa produce nuove risorse e nuove idee. La nostra raccolta di musica prodotta all’interno delle case per mettere in rete gli appassionati campanari giunge a Vall’Alta di Albino, nel cuore della Media Valle Seriana, dove Mattia, 15 anni, campanaro dall’età di 6 e mezzo, coltiva una passione plurisecolare nata proprio in quest’area ricchissima di suonatori di campane e di bronzi storici.

Mattia, allievo della Scuola Campanaria di Scanzo, tra un servizio e l’altro sui campanili si esercita sulle tastiera tubolari costruiti dal padre utilizzando attrezzi da lavoro. La tastiera di dieci campane tubolari in Re bemolle costruita nel 2013 saluta ogni giorno la Valle del Lujo con la musica della memoria tramandata nei secoli dai campanari delle vallate. Un’arte complessa oggi iscritta nel registro dei Patrimoni Immateriali delle Regioni Alpine, che offre ai giovani e giovanissimi l’opportunità di fare musica d’insieme in un contesto inclusivo non competitivo.

Racconta Mattia: Ho iniziato a suonare che avevo 6 anni e mezzo, ma già da quando avevo 2 anni ero incantato dal suono delle campane. Mia mamma doveva necessariamente fermarsi finché non finivano di suonare. Poi mia zia che abitava ad Abbazia ci ha telefonato dicendo che avevano riportato le campane dopo il restauro. Sono state loro le prime 8 campane in Do3 della mia vita. Poi da quel giorno mia mamma ha incontrato Nicola (vicepresidente della FCB) e ha chiesto se c’erano delle scuole per poter imparare. Lui le ha detto di sì e da lì ho cominciato ad imparare. Merito soprattutto del mio mitico nonno Andrea che mi portava sempre dopo le partite di calcio. Stava lì, andava a bersi il suo caffè al bar di Scanzo e tornava a riprendermi. Arrivavamo a casa, partita in tv e pizza tutti insieme. Tra i positivi della pandemia del coronavirus è risultato presente, ma grazie alle cure prestate si è tirato fuori e magari in futuro mi accompagnerà ancora a suonare, sempre che se la senta perché i suoi 77 anni li ha anche lui. Sono chierichetto da 7 anni e sicuramente anche quello mi ha spinto ad iniziare. Poter suonare al giorno d’oggi le “mie” campane è qualcosa di bellissimo.

Attraverso tastiere tubolari come quella di Mattia, l’arte delle campane si proietta nel tempo e nello spazio come afferma il musicista scozzese Martin Mayes, raccontando la tradizione degli anziani suonatori e annunciando un messaggio di speranza in un tempo così tormentato. Oggi oggetto può divenire mezzo per fare musica, aggregare le emozioni e introdurre in un mondo senza tempo che è quello del gesto che si ripete nei secoli, mantenendo sempre vivo, energico ed energetico l’eredità che ci hanno donato i campanari dal 1700 a oggi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.