Cronache campanarie: Echi di bronzi sul mare ligure

Corrispondenza di Elisa Salvetti – Scuola Campanaria di San Giovanni Bianco

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Come di consueto da ormai 57 anni, si è svolto l’annuale Raduno Nazionale dei Campanari d’Italia, ospite quest’anno della meravigliosa cittadina, affacciata sul mare, di Rapallo. Il raduno si è sviluppato nell’arco di due giornate, rispettivamente 6 e 7 maggio. Non poteva ovviamente mancare la Federazione Campanari Bergamaschi, mettendo in mostra la antica tradizione campanara bergamasca, unica ed inimitabile. L’ inizio di sabato, purtroppo sotto la pioggia, non ha scoraggiato l’entusiasmo dei campanari, venuti da tutta Italia, che durante la domenica hanno recuperato le suonate perse il sabato a causa del maltempo.

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La mattina della domenica i cittadini di Rapallo sono stati dolcemente svegliati da rintocchi di campane, che, come parole, hanno voluto annunciare l’inizio della “festa” dove protagoniste sono le stesse campane: quando culture e tradizioni molto diverse si incontrano, si mescolano, formano un tutt’uno. I castelli disposti lungo il lungomare, tra un’onda e qualche raggio di sole, hanno rasserenato ed arricchito di gioia le persone che, o per passione o per curiosità, erano giunti anche da paesi lontani. Durante la mattinata si è celebrata la S. Messa nella Basilica di SS. Gervasio e Protasio, (la maggiore chiesa della diocesi di Chiavari), con particolari preghiere e intenzioni per tutti i campanari del mondo. Come rito simbolico si è tenuto il passaggio di una campanella tra le associazioni “Genova carillons” e “Gruppo Campanari di Arrone”, che l’anno prossimo accoglieranno il raduno a Norcia, in Umbria.

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Nel pomeriggio, dopo un breve periodo di “tregua” dei batacchi, si è continuato a suonare le melodie bergamasche che, anche se vengono ascoltate spesso, ogni volta sono un tenero, allegro ricordo. Dicevamo prima, un meeting con campanari italiani, ma non solo, un particolare incontro con i Campanari Inglesi, che con le loro campanelle impugnate nelle mani hanno spiegato il loro matematico sistema di suono, sotto occhi attenti. Il raduno, dal punto di vista ufficiale, si è concluso verso le 18:00 con lo scambio di doni e riconoscimenti tra il consiglio direttivo della Federazione Nazionale Suonatori di Campane e le associazioni partecipanti, FCB compresa.

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Un raduno per unire e far conoscere modi di suonare, nel piccolo sconosciuti. Come mia prima esperienza, sono molto soddisfatta. In particolare mi ha entusiasmato il conoscere persone di luoghi lontani per la Valle Brembana, ma riuniti, per forse l’unica passione in comune, nel suono manuale delle campane. Il presentare in “pubblico” questo amore crea in me la gioia e la volontà di conservare la tradizione. Vedere bambini, mentre si suona, ascoltare attentamente e divertirsi, o adulti che sorridono, e per certe canzoni, strappa qualche lacrima di malinconia per un passato spensierato e mi fa credere in quello in cui persevero; diffondere allegria e spensieratezza, mi rende estremamente soddisfatta.

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Ma soprattutto, in realtà, dove il suono delle campane è ormai un’utopia, incuriosire i ragazzi su questo suono sconosciuto, è come sentirsi un “ambasciatore” di felicità e cultura su un mare di nebbia e solitudine: con qualche piccolo rintocco si scansa il grigio e si fa posto a un leggero azzurro raggiante, quella speranza nell’aprire nuove e future strade per la tutela di codesto bene comune. Credo che pur partendo dal piccolo si possa fare tanto, com’è stato per la nostra federazione, e vedere giovani avvicinati a questo mondo mi rincuora, sperando nel tramandarsi di quest’arte di generazione in generazione chissà ancora per quanto tempo.

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