Cronache campanarie. Antichi bronzi tornano a suonare

Si è tenuta a a Marguzzo (frazione di Paitone), sui colli bresciani, la Sagra di San Martino, evento che ha visto protagoniste di primo piano la campana cinquecentesca della locale chiesa e il castello di campane Grassmayr della ditta Festoni. L’antica campana del paese, che versava da anni in stato di pericolo, è stata ripulita e restituita al suono originale con restauro del ceppo e della ruota per il suono manuale.
Il lavoro, ad opera del restauratore e campanaro nostro associato Massimo Ziliani, è stato presentato nella serata di venerdì 4 settembre 2015 sul sagrato della chiesa di San Martino. Massimo Ziliani, già autore dei restauri lignei delle campane del Santuario della Madonna della Coltura di Lenna e della Chiesa Parrocchiale di Oneta di San Giovanni Bianco, ha illustrato in dettaglio i processi di degrado e di restauro della campana del XVI, di fonditore ignoto sebbene il monogramma riportato sul corpo della campana sia rinvenibile in altre aree della bresciana, come sottolineato da Luigi Festoni durante il suo intervento.
Le riflessioni sull’importanza della rivalutazione e la tutela della cultura campanaria sono venute da Monsignor Federico Pellegrini, direttore dell’Ufficio dei Beni Culturali della Diocesi di Brescia, il quale ha sottolineato come il suono della campana deve diventare un bene su cui vegliare. ‘Mi fanno specie’, ha affermato Monsignor Pellegrini, ‘le proteste per il suono delle campane’, riferendosi a chi è intollerante verso ciò che non ama ma è molto tollerante verso ciò che lo appassiona.
L’importanza del valore sociale della campana è stato sottolineato al direttore dei Beni Culturali della Curia e dal parroco Don Roberto Sottini, che nell’omelia di domenica ha rimarcato l’importanza del ruolo della campana nel paesaggio sonoro e come l’aria sia agente fondamentale per la diffusione del suono, un elemento che l’uomo trascura costantemente ma è che primario per la diffusione della comunicazione. Il pensiero va ovviamente agli scorsi decenni e ai secoli passati, quando la campana era realmente il principale strumento di comunicazione e condivisione degli eventi. Da qui la necessaria attenzione al valore dell’ascolto, legata al contenuto del Vangelo di Marco con la guarigione del sordomuto.
La festa di domenica ha visto la benedizione della campana del 1540 ad opera del parroco Don Roberto, suonata da Massimo Ziliani, e accompagnata dal suono a concerto delle otto campane Grassmayr della ditta Festoni. Una giornata che ha visto la presenza della Federazione Campanari Bergamaschi e della Federazione Bresciana Campanari impegnati nella realizzazione di scale e suoni a tastiera alla presenza di numerosi spettatori, che hanno calorosamente applaudito un’arte orale che si spera possa rinascere anche in terra di di Paitone tra i più giovani.