Le scuole campanarie della Valle Seriana: le esperienze di Leffe e Scanzo

Giovani campanari crescono: è questo il senso che si coglie dal lavoro settimanale d’insegnamento nelle scuole campanarie di Scanzo e Leffe, che vedono impegnati ragazzi della Valgandino e della Bassa e Media Valle Seriana, incluse le zone più o meno limitrofe. Accomunati dalla passione per il suono delle campane e da uno spirito di gruppo costruito attorno all’idea di coltivare la tradizione, i due gruppi sono gestiti direttamente da insegnanti adolescenti – Francesco Bosio per Leffe e Tommaso Ruggeri per Scanzo – che hanno manifestato dallo scorso anno una notevole capacità organizzativi nel rendere le campanine strumento di apprendimento per il suono a tastiera o d’allegrezza. Sono, questi, ottimi segni di un volontariato attivo all’interno delle associazione, che nell’arco di pochi anni è passato da apprendere a trasmettere conoscenze. Gli incontri si svolgono come da calendario il sabato pomeriggio, con orari articolati per i bambini principianti e per gli allievi delle ultime classi delle elementari sino ad abbracciare i primi anni delle scuole superiori. La musica esprime la propia potenzialità di cattura delle passione musicale in modo trasversale, mediando le differenze a livello cognitivo-organizzativo con suonate di diverso grado di difficoltà, tenendo ferma l’idea di coinvolgere tutti i suonatori nello stesso progetto di riscoperta un livello di motivazione sufficiente adeguato. La risposta positiva degli studenti campanari conferma la bontà del metodo utilizzato. Dalla scuola di Roncobello nata nel 2000 alle esperienze più giovani di qualche anno di vita, la nostra associazione consolida il proprio capitale giovanile come scommessa per una ripresa stabile futura della tradizione.

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Abbiamo intervistato Francesco e Tommaso (Francesco a sinistra delle immagini sopra e Tommaso sulla destra) e analizzato le dinamiche del loro insegnamento, certamente non accademico ma ugualmente efficace, basato su una trasmissione orale delle conoscenze e facendo uso degli strumenti didattici che la nostra associazione mette a disposizione degli allievi: costruttori di strumenti musicali, spartiti su pentagramma e letterali, video didattici e progetti di applicazione diretta di quanto appreso con visite ai campanili. Proprio il fatto di aver tradotto immediatamente in termini pratici quanto vissuto sui tubi o i vetri delle campanine è divenuto elemento cardine per un approccio alla musica esplicitamente orientato al versante pratico. Saltando la fase del solfeggio e della lettura canonica della partitura, il nuovo allievo riesce in pochi mesi ad acquisire una certa padronanza dello strumento, sviluppando – alla pari dei suoi antenati – il lavoro mnemonico, che finisce per avere conseguenze estremamente positive sull’attività della formazione scolastica. La prospettiva squisitamente pragmatica che si osserva sia nell’insegnamento del suono a tastiera che nel suono a corda, si lega alla motivazione che gli insegnanti sanno instillare negli allievi. Dunque le campane non sono viste unicamente come pesi da sollevare o botti da ottenere, ma si affermano come strumento musicale, semplice nella sua struttura armonica ma accattivante nell’orecchiabilità della sua costruzione melodica, che cerca di ottenere il massimo dei risultati muovendosi su tre, cinque, otto o dieci campane. Nelle voci dei nostri giovani insegnanti risiede il messaggio della trasmissione delle conoscenze.

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