Il Venerdì Santo in Alta Valle Brembana. Simboli e oggetti di una tradizione

Tra le molteplici forme culturali di devozione in cui hanno luogo i riti del Venerdì Santo, particolare interesse suscitano le ricerche condotte a Bordogna, frazione di Roncobello, e a Valleve, centro a qualche chilometro da Fòppolo. Venerdì Santo è l’unico momento dell’anno liturgico in cui le campane vengono spente, tacciono legate, in attesa del segno della Risurrezione di Cristo. In questa sede non vogliamo addentrarci in questioni di carattere teologico – cui risulteremmo assolutamente inadeguati – ma piuttosto analizzare le peculiarità sonore e iconografiche che emergono nel momento in cui la Chiesa convoca i fedeli alla preghiera attorno alla croce a Cristo Morto.

Bordogna ha conservato un rito molto antico: suonare strumenti di richiamo in sostituzione delle campane. Una bàtola e un grì del 1937 costituiscono gli elementi sonori che rompono il silenzio del Venerdì, per chiamare i cristiani alla Via Crucis pomeridiana. Valleve sta invece riscoprendo i propri strumenti di richiamo antichi, rispolverando vecchie tóle di inizio Novecento e un particolare strumento proveniente da Fòppolo che pare replicare il sistema degli antichi carillon a tamburo.

La particolarità di questi idiofoni risiede nel fatto che non emettono note musicali ma rumori da richiamo. La caratteristica musicale sta invece nella cadenza ritmica con questi percussori vengono maneggiati. Particolare è il coordinamento ritmico esistente tra la bàtola e il grì di Bordogna, cui fanno eco i martellini in legno di Valleve.

Immediati appaiono alla mente del ricercatore importanti legami tra il suono delle campanine e delle tóle: entrambi gli ‘strumenti’ impiegano martelletti in legno per picchiare su legno o su vetro intonato. Tuttavia, ancora più interessante è notare come gli strumenti utilizzati per costruire gli oggetti citati siano legno, chiodi, martello, ferro, vale a dire gli stessi strumenti impiegati per costruire la croce di Cristo e determinare la sua morte fisica. Rispetto alla nostra sensibilità post-moderna, non vi è il minimo dubbio che i nostri antenati avessero colto la contiguità esistente tra il mondo agricolo del Medio Oriente e le sue risorse, da una parte, e i patrimoni della nostra vita rurale, dall’altra. Gli strumenti usati per condannare a morte Gesù sono gli stessi impiegati per chiamarci a raccolta attorno a Gesù che muore in croce. Bàtole, grì, tóle e altri strumenti rustici rimandano all’idea di rappresentare, attraverso un suono primitivo, il rumore del tumulto che ha caratterizzato gli ultimi istanti di vita di Gesù, il suono delle spade, la violenza che assedia la carne.

Attraverso il richiamo alla Via Crucis di Bordogna e la Processione del Cristo Morto di Valleve, cogliamo preziosi elementi di continuità con il passato da analizzare, tutelare e rilanciare. Anche attorno a questi eventi la tradizione si fa e riacquista vigore.

Ecco un breve filmato che illustra la nostra esperienza in Alta Valle Brembana, a contatto con le tradizioni del Venerdì Santo.

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