Conferenza concerto a Ròdano: cronaca di una riscoperta del suono delle campane

Folta partecipazione di pubblico all’Oratorio della Parrocchia di Ròdano, in provincia di Milano, per la serata concerto-conferenza tenuta dalla Scuola Campanaria di Roncobello e dai promotori dell’Associazione Il Fontanile, ente attivo sul territorio per la riscoperta e valorizzazione dei beni locali. L’occasione dei cento anni di vita e suono delle campane di Lucino, sede della parrocchia di Ròdano, è stata propizia per offrire alle duecento persone in sala uno sguardo sulla realtà campanaria dell’epoca, la fusione delle cinque campane in Si4 prodotte dalla fonderia Ottolina di Seregno, il significato dei segni delle campane nonché la musica delle campane e delle campanine.

Il suono delle campanine della Scuola di Roncobello ha fatto da collante a tutti momenti della serata, caratterizzati da un alternarsi vivace e coinvolgente di immagini d’epoca, suoni di campane, musica delle campanine e racconti del passato. Le due ore trascorse a stretto contatto col pubblico presente hanno offerto l’opportunità per far comprendere quale sia il valore della riscoperta della tradizione, a partire dalla tutela dei beni antichi. Le campane di Lucino, scampate alla requisizione decretata da Mussolini nel 1942 per fondere col bronzo espropriato armi da guerra, hanno suonato per fare intendere al pubblico i segni caratteristici del suono a festa o tastiera e del suono a scala, secondo il classico sistema ambrosiano. Il concerto di campane è stato eseguito tramite computer, ma è rimasto in tutti gli organizzatori l’idea di progettare una giornata in cui si proceda al riaggancio provvisorio delle corde per far ascoltare il sistema più genuino e antico derivante dalle variazioni prodotte dalle squadre dei campanari.

Nella prima parte della serata, Claudio Farinati ha introdotto l’argomento segnalando come la Scuola Campanaria potesse dare un contributo per la riscoperta e il rilancio della tradizione a partire dai più giovani, con l’esecuzione delle melodie d’allegrezza caratteristiche dello stile bergamasco, per allargarsi successivamente a un’analisi delle modalità di suono del sistema ambrosiano che caratterizzano buona parte delle diocesi lombarde. In questa sede è chiaramente emerso il valore del ‘tradere’, trasmettere da una generazione all’altra un patrimonio di conoscenze e ritualità che hanno avuto origine nella seconda metà del XVIII secolo, quando le campane sono passate da segno di richiamo a vero e proprio strumento musicale.

Il parroco di Rodano Don Angelo è intervenuto in occasione dei saluti iniziali sottolineando quale ruolo avessero le campane nel passato e l’importanza di ricordare le modalità di suono dei bronzi per la cultura del presente. Dalle parole di Don Angelo si è passati alla voce di Adriano Fornasari, promotore della serata con l’associazione ‘il fontanile’, il quale ha illustrato i motivi che hanno condotto alla riscoperta del patrimonio campanario locale, supportato, nelle memorie, dallo studioso locale Domenico Barboni, che attraverso una meticolosa disamina dell’archivio locale ha ricostruito le diverse tappe storiche che hanno condotto alla fusione delle campane odierne di Lucino.

Gli agganci alle conoscenze fornite dal mondo campanario bergamasco hanno funto da trait d’union per chiarire gli aspetti tecnici del suono a tastiera e a corda, le particolarità dei suoni della Settimana Santa, quando le campane – legate dal ‘Santo’ della Messa in Cena Domini sino al ‘Gloria’ della Messa del Sabato Santo – vengono sostituite da oggetti rumorosi in legno che fungono da richiamo per le funzioni religiose del Venerdì Santo. A Ròdano veniva utilizzato il “barloc”, strumento formato da assicelle di legno fra le quali una batacchio, sempre di legno, produceva il suono di richiamo per i fedeli.

Ampio spazio è stato dedicato al significato del rapporto tra le campane e le ‘campanine’, con queste ultime ospiti della serata per illustrare il significato del fare ‘allegrezza’ e delle sue varianti denominative a seconda delle zone della bergamasca, sino a proiettarsi alle tradizioni campanarie del Piemonte e alla Liguria. La parte di maggiore interesse per il pubblico locale – e non solo – ha riguardato la ricostruzione delle vicende che hanno condotto alla fusione del nuovo concerto di campane che compie il 7 dicembre 2009 il secolo di vita. La ricostruzione è appunto dello storico locale Domenico Barboni:

Le campane erano uno strumento importante per la vita della comunità e se non funzionavano o erano insufficienti, il problema non riguardava solo la chiesa e i fedeli. Nel 1908 la campana maggiore è rotta, le tre piccole sono inadeguate e stonate: Ambrogio Grassi, parroco di Lucino, decide che è ora di fare qualcosa. Allora la chiesa di Lucino serviva la zona da Rodano a Cascina Paradiso e da Briavacca a cascina Cassinazza. L’area era grande e le campane dovevano essere sentite da tutti. L’impegno finanziario è notevole, il comune doveva partecipare anche in quanto utilizzatore delle campane e quindi il parroco, l’11 Ottobre 1908, scrive una lettera al comune di Rodano chiedendo un aiuto. Ma non ricevette nessuna risposta. Nemmeno una seconda lettera del 8 Novembre ebbe risposta. Nel frattempo si rivolge per un preventivo alla premiata ditta Ottolina di Seregno, fornitrice, allora, da oltre un secolo del Vaticano e delle maggiori diocesi italiane. Negli anni 70 la ditta ha avuto come cliente anche l’allora vescovo di Cracovia Carol Woityla. È stata chiusa nel 1985.

Don Ambrogio, sicuramente intraprendente e di grande carattere, non aveva molta dimestichezza con il processo di produzione delle campane e quindi chiese se era disponibile un “concerto” di cinque campane intonate in “si acuto”. Il fabbricante rispose educatamente:

“Ci pregiamo di rispondere per metterla al corrente che di concerti pronti disponibili non ne teniamo, perché i concerti si fanno sempre dietro ordinazione facendovi sopra i santi e le parole richieste dai signori committenti, ma aderiamo volentieri per le trattative; se gradisce, fissi pure il giorno che possiamo venire.”

Alla fine don Ambrogio ripiegò sun concerto non di 5, ma di 4 campane, di prima qualità e il preventivo, compresi accessori, riadattamenti del castello e posa, fu di 2632 lire, da cui detrarre la rottamazione delle campane attuali (loro ritiro per recuperare il bronzo). Rimanevano da pagare 1727 lire, pari a 6.632 Euro attuali.

Il 15 Gennaio 1909 scrisse una terza lettera al Comune, più decisa:

“E’ risaputo che le attuali due campanine sulla torre del campanile di Lucino sono affatto insufficienti al loro scopo di richiamare i fedeli all’adempimento dei loro uffici religiosi e civili, non potendo essere udite neppure nelle frazioni meno lontane dalla Parrocchia. Urge perciò stesso la necessità di riparare la campana maggiore di cui si serve il Comune per tutti gli usi civici, e per cui furono inviate a codesta Onorevole Giunta le note 11 ottobre e 8 novembre 1908, delle quali non si ebbe ancora nessuna risposta. Parendoci troppo giusta la nostra richiesta avanzata l’8 novembre scorso, che ora dopo le pratiche fatte possiamo determinare in Lire 300, vorremmo supporre che fosse senz’altro accettata da codesta Onorevole Giunta, interpretando così il silenzio serbato intorno alla nostra documentata nota. Ma trattandosi di cosa per noi di tanta importanza per provvedere con maggior sicurezza e lealtà preferiamo sollecitare ancora codesta Onorevole Giunta di voler risponderci esplicitamente, pregando a risparmiarci il dolore di vederci costretti a valerci di tutti quei mezzi che ci porge la legge per costringere il Comune all’adempimento di un suo preciso dovere. Nella speranza di trovarci perfettamente d’accordo per il bene universale del paese, con perfetta osservanza ci ossequiamo.”

La lettera non è firmata dal parroco, ma dai quattro rappresentanti l’amministrazione della parrocchia.Non sappiamo come il comune rispose, ma in ogni caso don Ambrogio andò vanti e ordinò le campane, pagando 1.000 lire di acconto su un totale poi fatturato di 1704. Il restante da pagare a fine garanzia, cioè a un anno dalla consegna.

Al primo di Dicembre don Ambrogio aveva già coperto abbondantemente il costo delle campane con le offerte dei fedeli: 1.000 lire con la raccolta in chiesa e circa altre 1.000 con offerte personali. In un documento conservato in parrocchia che raccoglie questi dati, vediamo offerte che vanno da poche lire, con nome e cognome, più qualche anonimo, tra cui una generosa offerta anonima di 500 lire. Le quattro campane erano dedicate a San Giovanni Evangelista, alla Madonna, a San Michele Arcangelo e a Sant’ Ambrogio. Sul campanile è presente oggi anche una quinta campana, più piccola, non facente parte del concerto ordinato da don Ambrogio.

Le nuove campane furono spedite da Seregno con trasporto ferroviario e giunsero allo scalo merci di Limito il 5 dicembre del 1909.

Il giorno stesso furono trasportate su due carri agricoli, per l’occasione addobbati con fiori di carta, che trainati da grossi buoi, con passo lento, le portarono sul sagrato della chiesa. La cerimonia della consacrazione delle campane ebbe luogo il 7 Dicembre del 1909 sul piazzale della chiesa: furono benedette da Monsignor Gerola, in rappresentanza del Vescovo, alla presenza di una folla fatta di fedeli provenienti anche dai paesi confinanti. Per l’occasione fu organizzato un pranzo e furono invitate personalità religiose e civili di Rodano e dintorni: proprietari terrieri, parroci, gli amministratori comunali e il Segretario comunale.

Le spese per il trasporto e i festeggiamenti furono in totale di 82 lire, pari a 315 Euro, di cui 30 lire (115 Euro) per la carrozza del monsignore e 12 lire (46 Euro) di “dolce e salato”. Evidentemente i prezzi allora, pur attualizzati con gli indici ufficiali, erano molto bassi: possiamo farci un’idea più realistica pensando che ai facchini furono dati l’equivalente di 19 Euro e altrettanto ai cavallanti, sicuramente da spartire fra più persone, mentre ci sembra decisamente caro un telegramma a sua Eminenza costato l’equivalente di 27 Euro. Dopo circa una settimana, necessaria alla messa in opera, finalmente le campane suonarono. 6 Giorni di vitto e alloggio per i due campanari che le montarono, costarono l’equivalente di 185 Euro: 15 Euro al giorno a testa.

L’analisi del fenomeno ‘campana strumento musicale’ ha lasciato chiaramente intendere che ci si trova di fronte a un idiofono di natura assai particolare, in grado di attirare l’attenzione e l’affetto di persone trasversalmente diverse per età, formazione culturale e professione. La Scuola Campanaria di Roncobello (con i suoi ragazzi di età compresa tra i 7 e i 20 anni) e i suonatori della Federazione Campanari Bergamaschi (da 7 a 87 anni) ne sono la prova tangibile.

Di grande interesse divulgativo è apparso l’intervento incentrato sulle procedure per la fusione delle campane, in cui ci si è preoccupati di andare a recuperare le antiche conoscenze delle fonderie operanti sul territorio dell’Italia Settentrionale. Tra le fonderie che operavano nel milanese – oltre alla storica Barigozzi del quartiere Isola di Milano città – vale la pena ricordare proprio la Fonderia Ottolina di Seregno, che fu protagonista fino al 1985 di una vastissima produzione di campane nel corso del XX secolo, con particolare attenzione per la fusione di campane nuove nel secondo dopoguerra a seguito della requisizione e perdita delle campane antiche.

Il grande entusiasmo manifestato dal pubblico a fine serata è stato accresciuto dall’intuizione di risvegliare il senso storico delle campane legato a una comunità attraverso un concerto ‘multimediale’ prodotto da immagini, racconti, suoni e interattività ‘affettiva’ tra narratori e pubblico: un primo laboratorio da proporre in tutti i centri che vogliano riscoprire il proprio vivere.

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Dall’esperienza di Rodano si deduce che Milano e la sua provincia hanno memoria viva e intensa nell’ambito delle campane. Se da un lato esiste una evidente coscienza del fatto che le campane hanno perso il preminente ruolo sociale che esercitavano sino al secondo dopoguerra, dall’altra si fa sempre più presente il desiderio di recuperare il patrimonio perduto attraverso iniziative divulgative che attirino l’attenzione di giovani e meno giovani verso il progetto di recupero del suono dei bronzi. L’impegno della Federazione Campanari Bergamaschi e della Scuola Campanaria di Roncobello – portatrice dell’esperienza della riscoperta del suono nella serata di sabato 28 novembre – resta quello di estendere le iniziative dedicate alla memoria delle campane in tutta l’area in cui è vigente il sistema ambrosiano. L’eco di MITO 2008 e del concerto di campane dalle terrazze del Duomo di Milano hanno risvegliato un interesse tutto da coltivare per tornare a conoscere il mondo meneghino religioso-popolare e il contesto storico e sociale del suo prezioso contado. Alle esperienze dei concerti di campanine tenuti nella Diocesi di Milano ad Arese, Paderno Dugnano, Carugate, Carnate e nella centralissima chiesa milanese di Santo Stefano, si potranno unire altre situazioni in cui fare delle campane voci di cultura del territorio.

2 Responses

  1. Marvin ha detto:

    Per amor del vero, la ditta Ottolina ha definitivamente chiuso nel 1985 e non nel 1982.
    Saluti

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