Studi campanari: Le campane Ottolina di Seregno

Appuntamento con gli studi sulla tradizione per riscoprire e conoscere una delle più importanti fonderie operanti sul territorio lombardo nel Secondo Dopoguerra. Parliamo della dinastia degli Ottolina, tra i maggiori autori delle rifusioni occorse all’indomani della restituzione alle parrocchie del bronzo requisito durante il periodo bellico. Sabato 21 novembre, alle ore 21.00, a Seregno, presso la sala Cardinal Minoretti, all’interno del Palazzo dei Nobili Medici da Seregno, sito in via Cavour 25 (a pochi passi dalla Basilica, dietro la Torre del Barbarossa), verrà presentato il volume di Marvin Corno e Alessandro Pedersoli, campanari della Federazione Campanari Ambrosiani, dal titolo Le campane di Seregno. La storica Fonderia Ottolina, Collana ‘I ciculabèt’, edizioni Centro Storico Culturale ‘Seregn de la Memoria’, 2015. La collana, secondo gli obiettivi dell’associazione  che ha promosso l’iniziativa di riesaminare uno dei patrimoni dimenticati del territorio lombardo, ha la finalità di riscoprire e valorizzare molti aspetti particolari o storici della città di Seregno meno noti al pubblico maggiore ma non per questo degni di minore attenzione. La memoria della campane, posta sull’alto delle torri con testimonianze monumentali, viene riportata alla luce grazie a un meticoloso lavoro d’indagine del materiale sopravvissuto alla distruzione. La storia della fonderia Ottolina viene accompagnata da una panoramica di tutti i concerti di campane posti sulle torri cittadine, arricchita da un preambolo sulla storia dei campanili stessi.

foto fonderia ottolina

Foto della Fonderia Ottolina

 

 

All’interno del volumetto si trovano oltre cento immagini della fonderia – pressoché inedite – e dei concerti di campane realizzati nel corso dei decenni: si tratta di materiale fornito dalla figlia di uno dei fonditori, preziosa informatrice sulla storia della famiglia e sulla vita della fonderia; altro materiale di notevole importanza è provenuto dai protagonisti diretti della lavorazione e della fusione delle campane, vale a dire gli ex dipendenti, con ricordi e riflessioni su uno dei momenti ormai divenuti leggendari del rilancio del mondo campanario lombardo. Sulla base di questi elementi, sfruttando anche il lavoro di censimento dei bronzi portato avanti dalla Federazione Campanari Ambrosiani negli ultimi anni, si è potuto tracciare un quadro piuttosto chiaro dell’evoluzione dell’azienda. In questo quadro spicca anche la vicenda di Angelo Ottolina, che dopo aver lavorato per molti anni nella fonderia del padre Carlo, alla fine della Seconda Guerra Mondiale emigra da Seregno a Bergamo, dove apre un propria fonderia con l’intento di ripristinare moltissime campane nella diocesi che aveva maggiormente subito i danni causati dalla requisizione dei sacri bronzi.

Copertina-Campane-Ottolina

Il frontespizio del volume

 

Per quanto riguarda i concerti di campane sulle torri cittadine, gli autori segnalano che nessuna campana posta sui campanili di Seregno venne requisita nel 1943. La maggior parte dei bronzi vennero fusi nel periodo d’oro della fonderia; alcune campane, addirittura, sono ottocentesche e furono realizzate quando la fonderia si chiamava ancora OLtolina. In appendice al libro, infine, si trova la schedatura di tutti i concerti realizzati a Seregno, corredata da una spiegazione dei meccanismi del suono a sistema ambrosiano.

La Torre del Barbarossa

La Torre del Barbarossa

 

 

Per i lettori bergamaschi va in ultimo segnalato che le ricerche hanno riportato alla luce una foto e una cartolina pubblicitaria del poderoso concerto del 1950 di Osio Sotto con nove campane in La bemolle grave; la campana piccola venne invece aggiunta successivamente e probabilmente non fusa appositamente per tale concerto. In Brianza non sono rari i concerti di nove campane in scala (anche a Seregno sulla Torre Civica vi sono nove campane insieme a Lissone, Lecco, Villasanta e Arluno), i quali venivano venduti come “doppi concerti”, vale a dire uno di otto campane con una campanella per poter formare un altro concerto con le prime cinque campane. Osio Sotto, per ricollegarci alla tradizione bergamasca, potrebbe così rientrare nei casi di complesso nato per ‘doppi concerti’ successivamente adattato al sistema di dieci campane per avere un suono d’allegrezza e a distesa più ampio.

Queste e molte altre riflessioni verranno presentate nell’appuntamento di sabato prossimo a Seregno. Per informazioni rimandiamo al sito della Federazione Campanari Ambrosiani, con cui la nostra associazione collabora da anni: www.campanariambrosiani.org e al contatto mail info@campanariambrosiani.org

2 Responses

  1. Marvin Corno ha detto:

    Vi ringrazio per l’ottima recensione, spero che il libro possa soddisfare le aspettative.

  2. Alessandro Pedersoli ha detto:

    Grazie mille per il supporto!

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