Campane e campanine al castello di Stènico
Nuova esperienza per le campanine e per la Scuola Campanaria di Roncobello, che ha presentato in concerto il repertorio della tradizione d’allegrezza bergamasca nel quadro di una rilevante giornata culturale dedicata alla collezione di campane allestita presso il Castello di Stènico, in provincia di Trento, tra le Alpi Giudicarie.
L’iniziativa è stata promossa dal Castello del Buonconsiglio, ente avente sede a Trento presso lo stesso castello e incaricato di gestire monumenti e collezioni provinciali.
La giornata è iniziata con la presentazione della sala dedicata alla ricostruzione del recinto presbiterale, risalente all’VIII secolo dopo Cristo, della cappella di San Martino, e della collezione di campane che spazia tra il XV e il XVIII secolo. Sull’archeologia delle campane, l’origine delle fonderie più antiche ritrovate in Italia e le tecniche di fusione, sono intervenute la professoressa Silvia Lusuardi Siena, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e delle dottoresse Elisabetta Neri e Chiara Moser.
Il nuovo percorso museale, inaugurato la primavera scorsa, configura il Castello di Stenico come il museo dell’antico artigianato artistico. Oltre 1300 i pezzi esposti in 24 sale, con manufatti in ferro battuto (da forzieri a serrature, chiavi, ringhiere e insegne) in legno dipinto e intagliato, utensili in rame utilizzati soprattutto in cucina, cassoni nuziali rinascimentali e mobilio barocco finemente lavorato, stufe a olle, armi da caccia e orologi, pregevoli dipinti, nonché la sezione archeologica che rende il maniero un tesoro tutto da scoprire.
L’incontro con la Professoressa Lusuardi al termine del concerto è stato occasione per rendere note le intenzioni di promuovere un disegno di legge che tuteli esplicitamente le campane in Italia. Da qui ha avuto origine l’idea di tessere una rete di comunicazioni tra gli studiosi universitari che si occupano e si sono occupati di campane storiche in questi anni, al fine di dare maggior spessore storico e culturale al progetto di tutela che la nostra associazione sta promuovendo con la Curia di Bergamo. L’appello si rivolge, evidentemente, a tutti coloro che, leggendo l’articolo e avendo compiuto studi e ricerche in materia, desiderino apportare fattivo contributo.
Durante il commiato abbiamo avuto occasione di chiacchierare con un campanaro ‘a riposo’ della zona, il quale ricordava come un tempo si usassero suonare melodie a due o tre campane tirando il batacchio mediante una corda o un filo, che veniva fissato a una ringhiera in modo tale da fare leva piegando la corda stessa verso il basso e avvicinando il batacchio all’incavo della campana. Tale metodo, rinvenuto e ancora oggi praticato ad Almenno San Salvatore – presso la chiesa Santa Maria della Consolazione, meglio conosciuta come chiesa di San Nicola – è l’antenato del suono a tastiera che si impose nel corso del XVIII secolo su imitazione delle tastiere dei carillons francesi.
Altra nota interessante è quella della struttura delle celle campanarie, le cui finestre sono coperte da ante in legno, che spiovendo hanno la funzione di riparare le incastellature lignee dalle intemperie. Una forma simile di protezione del castello in legno è presente ancora in bergamasca a Piazzolo, presso Piazzatorre, in Valle Brembana; la sua riproposizione sarebbe auspicabile in tutti i luoghi in cui esistono incastellature in legno, prima tra tutte quella del Santuario della Madonna della Coltura di Lenna, restaurata tra il 2005 e il 2006 dal Laboratorio Ziliani-Piccinocchi di Calcinato (Brescia).
Tesori da proteggere e scoprire per un’autentica riscoperta culturale.
Per maggiori informazioni sul castello di Stènico e fare una visita alle campane esposte, potete visitare il sito.
Luca Fiocchi
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