Tastiera genovese ad Alzano Sopra

La comunità parrocchiale di Alzano Sopra, quest’anno, ha visto i festeggiamenti per la festa patronale di S. Lorenzo, celebrata lo scorso 9 settembre, accompagnati dall’armonia di melodie d’allegrezza suonate alle campane manualmente. Lo scorso 17 agosto, infatti, grazie al valido aiuto di un amico campanaro genovese, è stata ripristinata la tastiera manuale che giaceva in stato di disuso da ormai 24 anni.

Nella foto: Il campanile della chiesa parrocchiale di S. Lorenzo in Alzano Sopra. Foto di Fabio Zenucchi.

Nella foto: Il campanile della chiesa parrocchiale di S. Lorenzo in Alzano Sopra. Foto di Fabio Zenucchi.

Un po’ di storia…
Le 8 campane in Mi bemolle della chiesa parrocchiale di Alzano Sopra vennero fuse per la prima volta dalla ditta “Luigi Cavadini” di Verona nel 1939, nell’anno in cui venne edificato l’attuale campanile alto 53,20 metri su progetto dell’ing. Luigi Angelini. Prima del ’39 la chiesa disponeva di 5 campane della ditta “Monvicini” del 1820 provenienti dalla vecchia parrocchiale e installate su un campanile molto più basso dell’attuale. Il bronzo di queste campane, probabilmente, nel 1939, venne riciclato e integrato per la fusione delle nuove 8 campane in tonalità di Mi bemolle. Il 23 aprile 1942 venne autorizzata la requisizione delle campane di tutte le chiese d’Italia da un decreto ministeriale del sottosegretario di stato fascista per le fabbricazioni di guerra. Anche le neo-fuse campane di Alzano Sopra vennero toccate da questa triste sorte dettata da tale decreto così, nel 1942, le 3 campane maggiori vennero requisite. Al termine delle guerra venne commissionata sempre alla ditta “Luigi Cavadini” di Verona la rifusione delle 3 campane maggiori, confiscate durante il secondo conflitto mondiale. Nel 1950 vennero poste sul campanile le 3 nuove campane gemelle di quelle requisite, dando al concerto l’assetto che si è conservato fino ai nostri giorni: le 5 campane minori del 1939 e le 3 maggiori del 1950, tutte della ditta “Luigi Cavadini” di Verona, in tonalità di Mi bemolle. Curioso il fatto che, a differenza di molte altre parrocchie della bergamasca, terminata la guerra, non si scelse di rifondere l’intero concerto, ma soltanto di integrarlo con 3 campane nuove in sostituzione di quelle asportate, mantenendo le 5 che non erano state confiscate. La scelta fu dettata probabilmente dalla mancanza di risorse economiche per sostenere una spesa così ingente come la rifusione di un intero concerto di 8 campane.

Nella foto: Le campane numero 4, 6 e 3 (da sinistra a destra), prima del ripristino della tastiera. Foto di Fabio Zenucchi.

Nella foto: Le campane numero 4, 6 e 3 (da sinistra a destra), prima del ripristino della tastiera. Foto di Fabio Zenucchi.

Fino al 1983 le campane suonarono solo manualmente accompagnando tutti i momenti più importanti della comunità parrocchiale e, come narrano ancora oggi i vecchi campanari, esisteva un buon gruppetto di ragazzi addetti al suono a corda e un paio di persone che si occupavano del suono d’allegrezza. Nel 1983 l’impianto di suono venne completamente automatizzato con la dismissione della tastiera e delle corde per il suono manuale. Le corde restarono per un po’ di anni ancorate al pavimento della cella campanaria, fino a quando l’usura del tempo, l’azione degli agenti atmosferici e lo stato di disuso le fecero cedere ad una ad una. Per quanto riguarda l’impianto per il suono d’allegrezza, quando si installò l’automazione, vennero asportati tutti i tiranti, i ganci e i fili di ferro del gioco a festa, ma la tastiera venne lasciata al suo posto, al centro della cella campanaria, dove si trova ancora oggi. Ovviamente una tastiera senza né tiranti né levette né ganci, per un sistema di trasmissione come quello bergamasco è assolutamente inagibile, ma non per un sistema come quello genovese.

Nella foto: La tastiera prima che venisse rimessa in uso. Foto di Fabio Zenucchi.

Nella foto: La tastiera prima che venisse rimessa in uso. Foto di Fabio Zenucchi.

La trazione dei batacchi, nel sistema di suono genovese, si basa su un sistema di catene: ogni batacchio è agganciato ad una catena fissata su una putrella in posizione orizzontalmente opposta e leggermente rialzata rispetto al batacchio stesso. A ciascuna catena orizzontale è agganciata una catena verticale collegata al corrispondente tasto della tastiera. E’ un sistema di trazione semplice, economico e poco invasivo: le catene, infatti, sono solo ancorate all’incastellatura, non sono saldate. E’ un sistema anche facilmente regolabile: se un tasto è troppo duro può essere alleggerito spostando il punto di unione delle 2 catene (orizzontale con verticale) in una posizione più prossima al batacchio; se il tasto è troppo leggero può essere appesantito facendo l’operazione opposta.

Oggi…
Grazie al valido aiuto di Valerio Ruggiero, amico campanaro e organista di Busalla (GE) e membro dell’Associazione Campanari Liguri, il 17 agosto 2007, dopo una mattinata di lavoro, è tornata in uso la tastiera manuale della chiesa parrocchiale di Alzano Sopra, con sistema di trazione genovese. Il tutto è stato possibile grazie all’acquisto di soli 50 metri di catena, tagliata secondo misurazioni esatte e fissata nei punti giusti, grazie a qualche gancetto e, ovviamente, alla maestria di Valerio nell’installare tale sistema. Per ogni campana è stata installata una catena di trazione orizzontale, che collega il batacchio con una putrella del castello, e una catena verticale, che collega la suddetta catena al corrispondente tasto della tastiera.

Nella foto: Le campane numero 2, 5 e 1 (da sinistra a destra), collegate alla tastiera dal sistema di catenelle, secondo il sistema di suono genovese. Foto di Sebastian Prestini.

Nella foto: Le campane numero 2, 5 e 1 (da sinistra a destra), collegate alla tastiera dal sistema di catenelle, secondo il sistema di suono genovese. Foto di Sebastian Prestini.

La tastiera manuale ha così ripreso a far squillare i batacchi di quelle campane dopo ben 24 anni di dismissione, e ciò è stato possibile senza installare sul castello alcunché di fisso e senza operare alcuna saldatura, ma solo grazie a un sistema che, apparentemente potrebbe sembrare solo un groviglio di catene, ma che è ugualmente efficace nell’eseguire lo stesso lavoro del sistema bergamasco. Le catene sono state utilizzate anche per il bloccaggio delle campane, dando loro la anche funzione assunta solitamente dei tradizionali ganci in ferro presenti sui campanili manuali bergamaschi.
L’esito del lavoro è stato migliore delle aspettative. Essendo un sistema di trazione non rigido come quello bergamasco, ci si aspettava un ritardo tra la battuta sul tasto e il rintocco della campana, ma quest’aspettativa, con grande gioia, non si è verificata; anzi, non si è registrato alcun ritardo nemmeno in brani molto virtuosi. Altra conseguenza positiva del lavoro è stata quella di poter godere nuovamente del suono d’allegrezza scandito dai dolci e caldi rintocchi dei batacchi, non dalle secche e brusche martellate dei telebattenti.

Nella foto: Le campane numero 4, 6 e 3 (da sinistra a destra), collegate alla tastiera dal sistema di catenelle, secondo il sistema di suono genovese. Notare la catena che blocca il movimenco della 6a campana. Foto di Sebastian Prestini.

Nella foto: Le campane numero 4, 6 e 3 (da sinistra a destra), collegate alla tastiera dal sistema di catenelle, secondo il sistema di suono genovese. Notare la catena che blocca il movimenco della 6a campana. Foto di Sebastian Prestini.

Le campane, così, per tutta la novena di S. Lorenzo hanno suonato manualmente, facendo risuonare nell’aria un canto di festa che da troppi anni non si ascoltava; il campanile della chiesa parrocchiale di Alzano Sopra ora ha il merito di disporre del doppio sistema per il suono a tastiera e la particolarità (a livello di bergamasca) di essere uno dei pochi ad avere una tastiera con trazione a catenelle, secondo il sistema di suono genovese.

Nella foto: La tastiera nuovamente in uso dopo 24 anni! Foto di Sebastian Prestini.

Nella foto: La tastiera nuovamente in uso dopo 24 anni! Foto di Sebastian Prestini.

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